Boom Boom Language
Sognatori si nasce. Per restare tali - dinanzi alla cruda quotidianità - occorre però alimentare, giorno per giorno, geografia e storia del proprio immaginario. Un piccolo miracolo di elasticità mentale, insomma. Concetto che, in arte, riesce benissimo ad applicare Giovanni Lo Cascio, fonte del ritmo per i Novalia e per molti altri ensemble di musicisti-viaggiatori. L'uomo dei tamburi e delle percussioni assortite ha coinvolto l'amico e collega Arnaldo Vacca, altro virtuoso della strumentazione ritmica, insieme a un robusto equipaggio del "giro" romano della world intraprendente. Quel che sortisce dalle nove tracce del disco è un autentico diario di bordo della libera esplorazione, una corsa a perdifiato sul mappamondo salgariano delle possibilità, tra gli odori familiari del Mediterraneo e i profumi speziati d'oriente. Lo Cascio accoglie l'ascoltatore tra i suoni di una tradizione arcaica capace di rinnovarsi e riattualizzarsi, sul filo della danza percussiva, attraverso il filtro dei campionamenti, delle voci "imprendibili" - com'è quella della pasionaria Elvira Impagnatiello - e delle malizie strumentali degli ospiti (tra gli altri, i due Agricantus Mario Crispi e Giuseppe Panzeca). La sublimazione del sogno, in altri termini, con vertici di vertiginosa bellezza in Regnare il mondo (fa girar la testa) e Boom boom remix. (Flavio Brighenti - "Musica" di Repubblica)
Non sempre l'unione fa la forza: accade spesso il contrario, in musica, quando nascono i "supergruppi".
Qui, nelle avventure soniche del "linguaggio boom boom" per fortuna il rischio di manierismo e le mezze delusioni sono ben distanti. Si sono messi assieme Lo Cascio e Vacca, gran conoscitori di infiorescenze ritmiche mediterranee e no (non mancano Oriente e Africa).
Il duo ha poi la voce scura e passionale di Elvira Impagnatiello, e colori strumentali assortiti dal guimbri' degli Gnawa al clarone greco, forniti da una bella pattuglia di ospiti. Cosi' il progetto Boom Boom Language diventa una ulteriore, credibile tappa di musica dal nostro Sud accalorato di musica. Anzi, dai nostri Sud. (Guido Festinese - Inserto ALIAS, IL MANIFESTO)
Cosa accomuna Giovanni Lo Cascio, batterista e percussionista dei Novalia, e Arnaldo Vacca, eclettico percussionista impegnato in diversi progetti? L'amore per gli idiofoni naturalmente, ma sopratutto un grande interesse per le musiche e gli strumenti di tutto il mondo. Il frutto del loro incontro non potrà dunque essere che un ibrido variegato dai mille sapori: boom boom language è un disco nel quale prevale naturalmente l'aspetto ritmico, senza però diventare un lavoro per soli percussionisti. In altre parole, Lo Cascio e Vacca hanno saputo evitare il pericolo sempre in agguato in progetti come questo: quello di fare vuoto sfoggio di tecnica da ammirare. Sono anche riusciti a mescolare suoni e linguaggi in modo del tutto naturale, scansando l'altro grande pericolo: l'effetto collage, in cui gli elementi sonori risultano male appiccicati l'uno sull'altro.
Boom Boom Language è un disco piacevolissimo, suonato con autentico divertimento da due "vagabondi" della musica. Al progetto hanno collaborato diversi altri musicisti tra i quali Mario Crispi ai fiati etnici e Pivio che co-firma "Boom Boom remix", una sorta di riassunto dell'intero album.
Pezzi preferiti? Tutti. (Fabrizio Giuffrida - COUS COUS)
Gia' non è usuale imbattersi in dischi di sole percussioni, o quantomeno in cui un'ampia gamma di idiofoni e membranofoni assumano un ruolo dominante rispetto ad altri strumenti.Non è solo per questa particolarità che il disco concepito e realizzato da Giovanni Lo Cascio e Arnaldo Vacca si fa notare, ma anche e soprattutto per il suo coraggio. Innanzitutto, avvertiamo che se qualcuno sta pensando a 45 minuti di "bum bum"(magari facendosi trarre in inganno dal titolo) si sta sbagliando: in questo disco al contrario, le percussioni vengono condotte verso un ruolo di protagoniste che le libera spesso dagli usati vincoli, non tanto scimmiottando altri strumenti in improbabili ruoli melodici quanto incaricandosi di diventare ambasciatrici di contenuti perchè fuse indissolubilmente nello spirito compositivo che anima le varie tracce. Fra echi tribali e tributi contemporanei, misurandosi con ritmiche diverse, testi impegnativi ("e chistu vizio du denaro/ca ta fa avaro/ca ta fa scegliere u surriso meno caro " è un'espressione che ci è piaciuta molto), strumenti etnici (ciaramella, didjeridoo), classici (violino, fagotto), jazz (vibrafono), misteriosi (clarone greco), voci reali e campionate, programmazioni, i due autori-interpreti hanno inteso scrivere una pagina nuova nell'evoluzione del percorso stilistico delle percussioni etniche, ritagliando per darbukka, djembe, tammorra, bodrhan, sanza e scacciapensieri (insieme a mille altre cose)un ruolo di inedita prevalenza.
Un lavoro che se risenta di una certa concettualità nella costruzione e ne soffre un poco in termini di immediatezza e fruibilità, non per questo perde le caratteristiche di originalità che ce l'hanno fatto apprezzare. Oltre la tendenza, alla ricerca di strade autenticamente nuove. (Enrico Lucchesi - FOLK BULLETIN)
Giovanni Lo Cascio is a percussionist from Novalia and he's teamed up with fellow hitter of things Arnaldo Vacca and other musicians/singers (some from Agricantus and Novalia) for the Boom Boom Language project. This is a mesmerisingly replayable, bustling blend of Italian and North African roots musics, making generous use of the latest studio technology and the dance producers' skills - put them in a Transglobal Underground bag if you will. The sung tracks like Senza memoria and Acqua E Quacina have more than just texture, and in guest singer Elvira Impagnatiello they've found a good voice. Even when they shed the more melodic instruments like accordeon and Arabic violin on a straight percussion melange like Eptaciclo, there's far more depth than you might imagine from such a notion. One that keeps finding its way back to the player.(Ian Anderson - FOLKROOTS)
Continua inarrestabile e sempre ricca di interesse la produzione della CNI che pesca in gran parte nel repertorio tradizionale di casa nostra e porta alla luce nuove composite realtà di indubbio interesse.[...] Lo scoppiettante Boom Boom Language vuole mettere le basi per un nuovo linguaggio musicale, crogiolo di tradizioni popolari. I nove pezzi, caratterizzati da una base ritmica straordinaria, basata in gran parte sull'uso multiplo di percussioni, sono una specie di rappresentazione sonora di quell'area geografica che sta al sud del mondo e che da sempre si caratterizza per i colori vivaci e i sapori forti....
(Roberto Caselli - JAM) |
Rosa Funzeca Original Soundtrack
Elvira e Giovanni Lo Cascio firmano le musiche del film di Aurelio Grimaldi 'Rosa Funzeca'. Una serie di brani che diventano compact attraverso il marchio CAM, ben conosciuto per la sua lunga esperienza nel campo delle colonne sonore.
Il film si immerge nell'atmosfera della Napoli di oggi, ed era ovvio che anche i compositori risentissero del clima delle strade, dei vicoli, dei sapori partenopei. Ma tutto questo non porta a nessun brano 'cartolina': c'è il grande amore per il jazz, per il classico, per azzardate sperimentazioni, il tutto ovviamente filtrato da un arrangiamento mediterraneo, ma sempre ben godibile, sempre felicemente misurato. I brani essenziali, che meglio rappresentano il lavoro compositivo dei Lo Cascio sono i primi tre. Si comincia infatti con la colorata 'Rosa', che offre l'incedere a tutto il lavoro, per poi proseguire con 'Bazar', che si immerge nel pieno dello spirito partenopeo, ma con un ritmo inusuale, quasi provocatorio. Arriviamo poi a 'Fernando', traccia di grande coraggio e di forte interesse. Qui il lavoro dei due artisti si fa complesso, mostrando un originale equilibrio fra il passato ed il futuro, cadenzando ritmi e colori musicali. Divertenti i brani 'Car tango' e 'Scuola di mambo', entrambi pronti ad offrire al compact un senso variegato di colonna sonora fuori da ogni schema. Se poi 'Mimetic disco' ci accompagna nella cadenza alla moda, il conclusivo 'La follia' è un altro passo avanti verso una musica che possiamo definire 'globale'. Importante aggiungere le preziose collaborazioni che arricchiscono questa soundtrack, a cominciare dalla rabbiosa e suadente voce della stessa Elvira Impagnatiello, per poi proseguire con Giuseppe Tortora, Massimo Coen e Massimo Fedeli. Due artisti che hanno già un ottimo curriculum alle spalle e preziose collaborazioni. Troviamo infatti maestri della world music italiana come Piero Brega, compositori per il cinema come Pivio e Aldo De Scalzi, cantautori come Paola Turci, e gruppi fuori da ogni schema come i Tetes de Bois. (Massimo Biliorsi )
…Tra le poche note positive del film va annoverata la colonna sonora, incisa qualche tempo fa dalla C.A.M., scritta da Elvira e Giovanni Lo Cascio, due autori attivi da quasi un ventennio, durante il quale hanno collaborato con altri compositori, gruppi musicali, registi e ballerini, compiendo numerose incursioni nel "classico" e nel jazz. Per Rosa Funzeca, partendo forse da quella nota considerazione che definisce Napoli "unica città araba senza quartiere europeo", si sono orientati verso sonorità mediterranee, per cui della città partenopea, della sua musica e della sua lingua, troviamo tracce solo nel delizioso Scuola di mambo e nell'ironica Voce lontana, che fa il verso alla corrente neo-melodica. Per il resto, la maggior parte dei brani attinge alla tradizione araba, con l'utilizzazione di strumenti tipici di quella cultura.
Va ricordato, inoltre, che alcuni pezzi sono presentati qui per la prima volta, perché non avevano trovato spazio nella colonna originale per esigenze filmiche, mentre altri sono stati rielaborati sotto forma di "medley", in modo da rendere tutto più omogeneo ed andare incontro all'ascoltatore che si triova impossibilitato ad associare la musica alle immagini.
Riguardo agli interpreti, tutti molto bravi, iniziamo dai due autori Elvira Impagnatiello e Giovanni Lo Cascio, impegnati in prima persona nell'eseguire i loro pezzi, suonando una serie di strumenti legati alla musica araba e, nel caso della Impagnatiello, anche avvalendosi della sua bella voce. Ad essi si aggiungono il violoncellista Giuseppe Tortora, il violinista Massimo Coen, il sassofonista Paolo Innarella, il fisarmonicista Massimo Fedeli ed i bassisti Michele Frontino e Dario Carbutti. In conclusione un cd di buona fattura, la cui musica funziona bene anche al di fuori del contesto cinematografico e che conferma l'ottimo affiatamento raggiunto da Elvira Impagnatiello e Giovanni Lo Cascio, sia come compositori che come strumentisti.
(Marco Del Vaglio)
Rosa Funzeca ist die tragische Geschichte einer Prostituierten, die mit ihrem Sohn in Neapel versucht als Blumenverkäuferin ein neues Leben zu beginnen. Doch ihre Vergangenheit holt sie wieder ein.
Die Musik zum italienischen Drama von Aurelio Grimaldi schrieb die Klassik- und Jazz-Formation Elvira & Giovanni Lo Cascio. Dabei handelt es sich nur bedingt um Filmmusik, denn die CD von CAM Records enthält vor allem Stücke, die aus dramaturgischen Gründen keinen Platz im Film fanden. Ob dies auf alle Stücke des Albums zutrifft, bleibt leider unerwähnt.
Die Musik selber ist ein etwas kurioser Cocktail aus kammermusikalischen, und jazzigen Stücken sowie arabischer Folklore. Dementsprechend wird sie von Cello, Saxophon- und Duduksoli geprägt. Dazu gibt es einen klassischen Tango und in der zweiten Hälfte den ein oder anderen italienischen Schlagersong. In "Mimetic Disco" erklingt dann als weiterer Kontrast sogar eine Art verfremdeter Techno.
Rosa Funzeca ist eine CD eklatanter Gegensätze. Entfaltet die Musik zum Teil einen spröden, experimentellen Charme, sind die seichten Popstücke so entbehrlich wie deplaziert. Im Film mag das alles seine Berechtigung haben. Auf CD wirkt die Kombination jedoch reichlich unausgegoren. (mr- Brot & Rosen)
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Silent Circus
la ritmica di Giovanni Lo Cascio tira le fila di un tessuto che “tiene” tutte le pur varie atmosfere di questo album.
Giovanni Lo Cascio brillante compositore, s’impone come uno dei più promettenti batteristi italiani. Un gruppo fresco e giovanissimo, di cui sentiremo parlare a lungo.
(G.S. -
Audio Review -
Marzo 1989)
Tutti i musicisti dell’ensemble suonano, arrangiano e compongono da molto tempo e sebbene dotati di tecnica e notevole professionalità le loro performances vanno molto al di la di una semplice passerella di esecuzioni raffinate. E’ dall’incontro e la confluenza di esperienze diverse che nasce il suono Silent Circus. Dominato da una forte matrice jazzistica ma sempre rivolto ad una dimensione europea e mediterranea, il loro sound corale, che concentra la musicalità e la tensione di ogni singolo strumento in un unico fluido moto, dove l’esecuzione, incisiva e profondamente vissuta, riesce nell’intento di coinvolgere il pubblico senza la pretesa di difficili operazioni intellettuali.
(Fabrizio Cenci “ 20.30” Febbraio 1988)
Il “Circo Silenzioso” dei fratelli Lo Cascio si è messo in marcia.
Un album sorprendente per il rapporto molto equilibrato fra suono e silenzio, spaziosità sonorra a volte tagliente altre volte morbida e gusto nitido del cantabile. Le linee portanti vanno dal neobop ( il brano “Mosca-Roma” di Francesco), a sfumature free, dall’improvvisazione alle fonti d’ispirazioni etnica. Due titoli per tutti: la bellissima “ Eugenia” di Giovanni e “ Ninì”, quasi una beguine scritta da Fedeli e resa ricca e suggestiva da Audisso al sax soprano. Gusto sonoro e calibratissima architettura d’assieme sembrano leggittimare l’aspirazione del quintetto verso un linguagio jazzistico originale, emancipato rispetto ai modelli americani.
(Piero Gigli -L’Unità - Venerdi 30 dicembre 1988)
…è un lavoro che sprizza entusiasmo da tutti i pori, per linearità di esecuzione e guizzi di fantasia lungo un percorso sonoro battuto da una tecnica in evoluzione ma sgombra da ruvidità. Non è il “controcanto” a modelli musicali mitizzati dall’immaginazione di cinque giovani musicisti; in sostanza non fanno il verso ai padri putativi del “ be bop” o del “ free jazz”. Sono sé stessi. Il brano “ Mosca-Roma”, ad esempio, è un’itinerario affascinante. I temi melodici s’intrecciano e si dissolvono come paesaggi appena visti attraverso il finestrino di un treno in corsa…
(Alfonso Marchese - Il Messaggero - Dicembre 1988)
...hanno fantasia e sicuro gusto musicale; soprattutto i cinque sanno mettersi al servizio l’uno dell’altro per produrre una musica d’insieme. E l’altro Lo Cascio, Giovanni ha anche una vena compositiva da coltivare.
(C.S. - Musica Jazz - maggio 1989)
…Così configurato il Silent Circus traccia precise coordinate musicali, prediligendo climi intrisi di elegante solarità melodica, insaporiti da preziose sfumature coloristiche e da ricami improvvisativi di pregevole fattura. Un gruppo da tenere d’occhio e un disco da ascoltare con attenzione (Roberto Valentino - Gennaio 1989)
[...]l’ultima grande sorpresa si chiama Silent Circus, un quintetto dell’area romana che esprime una musica piena di serenità, di quiete, di tranquillità. Ma anche una musica che ha una sua bella identità, che si snoda su belle timbriche e sa fare buon uso delle dinamiche interne e dell’ampia gamma di colori che esprime attraverso intelligenti composizioni originali [...]oltre ad una qualità solistica di prim’ordine, ha dalla sua un buonissimo senso di organizzazione sonora, dove ogni frase appare viva di un suo respiro, lontana dall’affastellamento di note, dagli agglomerati chiassosi, ma all’interno si questa serenità ( da non confondere con seraficità) c’è un fuoco che arde, che vibra, come si percepisce netto in Mosca-Roma, nel reiterativo Antaris, nel veloce e swingante Ninì, nel pensoso e galleggiante Mirella, nel solare Eugenia. Un eccellente debutto e una grande sorpresa.
(M. L. - Stereoplay - Febbraio 1989) |